Sinossi
Federico
Ozanam, fondatore della società caritativa cattolica "San Vincenzo de'
Paoli" uomo di cultura e di successo, professore alla Sorbona di Parigi,
si pone come obiettivo primario della sua vita soccorrere gli umili e
gli emarginati. con rispetto ed amore. Soleva ripetere ai suoi
collaboratori che i poveri sono il volto di Dio. La carità deve
arricchirsi di stima e di riguardo verso chi è più debole. Offrire aiuto
fa più bene a chi dà che a chi riceve. Nelle sedi da lui aperte
operavano esclusivamente laici, perchè credeva molto nel laicato della
Chiesa, operare con Dio rimanendo nel mondo. Opere e missioni ecclesiali
ci sono e ci sono sempre state, ma noi siamo un'altra cosa, -diceva
Ozanam- noi siamo il laicato operante nella Chiesa, anche noi laici
siamo Chiesa, è una cultura che piano piano deve entrare nella mentalità
comune, altrimenti la Chiesa rimarrà sempre e solo dei preti...e non è
così...e non deve essere così! La Chiesa siamo noi! Allora posso
continuare a far presiedere la mia conferenza di Saint-Pierre dal
curato? -Chiedeva un suo amico. e
Federico..... Assolutamente no! Non abbiamo bisogno di protezione ecclesiale. La nostra opera deve avere un carattere profondamente cristiano ma assolutamente laico.
Amico : Come posso impedirlo?
Federico: Con chiarezza, con la trasparenza che ci contraddistingue. Tu come Presidente della Società prenderai la parola e dirai subito "Il signor Curato onora la riunione con la sua presenza". Poi vi suggerisco di cercare un locale tra le due parrocchie per evitare l'inconveniente di riunirsi in sacrestia e dare adito a degli equivoci
Federico..... Assolutamente no! Non abbiamo bisogno di protezione ecclesiale. La nostra opera deve avere un carattere profondamente cristiano ma assolutamente laico.
Amico : Come posso impedirlo?
Federico: Con chiarezza, con la trasparenza che ci contraddistingue. Tu come Presidente della Società prenderai la parola e dirai subito "Il signor Curato onora la riunione con la sua presenza". Poi vi suggerisco di cercare un locale tra le due parrocchie per evitare l'inconveniente di riunirsi in sacrestia e dare adito a degli equivoci
"I POVERI SONO IL VOLTO DI DIO"
La
scenografia sarà virtuale: si proietteranno le immagini che verranno indicate,
per la creazione di nuovi ambienti che la scena richiede
Scenografia virtuale-:
una sala da pranzo dell'ottocento francese
Arredamento:Tavolo
con 6 sedie , qualche mobile sul fondo, qualche mobile di lato un divano
Sulla
scena ci sono la mamma e Federico
Federico
sta seduto al tavolo e sta studiando
Entra
la mamma
Mamma: Federico!
Federico: Uhè...chi è?
(Federico scatta dalla sedia)
Federico: Mamma
mia...che paura!
Mamma: Sono così
brutta, caro?
Federico: No, tu sei
bellissima, è... che stavo nei miei pensieri!
Mamma: Ancora con
questi libri in mano...e dai...basta studiare! Tu ti scemunisci......casa e
collegio, collegio e casa...e che è?
Federico:Infatti
proprio questo stavo pensando
Mamma: Pensavi al
collegio o alla casa?
Federico: Nè al
collegio, nè alla casa, ho deciso di
cambiare vita. Mamma la vita è una e mi devo divertire
Mamma: Ma Federico...che ti succede, non ti riconosco
più, che significa questo tuo parlare
Federico: Niente mamma,
niente..non puoi capire . A proposito volevo dirti che ...stavo per uscire!
Mamma: Per uscire? E
dove vai...con chi esci, quando torni?
Federico: Niente... niente più libri nella mia vita, niente più
studi, ho deciso, voglio fare una rivoluzione dentro di me !
Mamma: Ma che dici,
figlio mio, ti è dato di volta il cervello?
Federico; Sì, mamma
basta con questa vita monotona..... cambiamento, cambiamento!
Mamma: Oh, mio Dio! Oh,
mio Dio! Sei impazzito?
La
mamma si lascia cadere sulla sedia
e piange
Federico:Mamma! ma
stavo scherzando!
Mamma: Eh, cominciano
tutti così e poi vanno a fare le bravate
per strada!
Federico: Ma come sei ingenua! Credevi veramente che tuo figlio...
Mamma: Figlio mio, qua
non sai più cosa credere! Un figlio ti
appartiene quando è piccolo, quando lo segui passo passo, ma quando entra
nel mondo devi solo affidarlo a Dio, per
preservarlo dai tanti pericoli che ci sono
Federico: I tuoi
insegnamenti sono così vivi in me che il mondo non mi fa paura!
Mamma: Ecco il figlio
che riconosco, grazie a Dio! E non farmi
più scherzi del genere... (La mamma gli
passa dolcemente la mano tra i capelli) Ti volevo dire che sono proprio contenta del tuo profitto
presso il Collegio Reale, sei il nostro orgoglio, caro!
Federico:
Grazie, mamma! Ma non è tutto merito mio, sono le discipline che appassionano, si
fanno studiare da sole! I professori ci
coinvolgono con la loro maestria: le
lezioni dell'abate Noirot sono uno spasso! Quando parla di filosofia starei lì
ad ascoltarlo per ore!
Mamma: Eh, va
beh! Modestino! Sono stata ieri a
parlare con i tuoi professori, sono tutti entusiasti di te, mi hanno detto che
hai tanti amici, sei amato da tutti, sono proprio contenta di te, caro, anche
tuo padre ne va fiero!
La mamma e il figlio si abbracciano teneramente
Mamma: Federico
mi allontano un attimo, sai ...c'è la signora Clorinne che è tanto bisognosa di
tutto, vado a farle un po' di compagnia, un'oretta e sono qua
Federico: Ah, se
non fosse per i miei studi ti accompagnerei volentieri, questa è la carità che
mi piace, andare nelle case dei poveri aiutarli senza umiliarli, mi piace tanto
questa tua abitudine!
Mamma: Non è
un'abitudine, per me è una necessità, credimi fa più bene a me che a loro, queste visite mi
riempiono di pace!
Federico:
Qualche giorno ti farò compagnia!
Mamma:
Certamente caro, sarei proprio contenta di dividere con te quest'esperienza
meravigliosa, i poveri sono il volto di Dio!
A tra poco caro... e mi raccomando...studia!
Fedrico: Ti sei
messa paura, eh? Stai tranquilla, studio, studio!
La mamma esce
Federico riprende a studiare ma dopo qualche
minuto comincia ad agitarsi, si mette le
mani tra i capelli, si alza cammina nervoso per la stanza.
Si ferma al centro del palco e comincia un monologo
Federico: Il
volto di Dio! Il volto di Dio nei
poveri! Dio...ma che volto hai? Oh , mio
Dio che tormento, non so più se ci sei e se ci sei dove sei? Ero così certo
della tua presenza quando ero piccolo, ti sentivo accanto a me, avvertivo la
tua esistenza, sentivo dentro di me ... i tuoi consigli, .....ora non so...non
so più.... non sono più certo di niente! I miei amici hanno dissipato in me
ogni certezza, la loro incredulità ha minato le fondamenta della mia fede! Oh,
se mia mamma sapesse....mia sorella si rivolterà nella tomba!
Federico si siede e si mette le mani tra i capelli
Federico: Non so
più chi sono, perchè sto qui, perchè sono nato? E se davvero non ci fosse
nulla? Se fossimo tutti figli del caso? Ma che senso ha allora la vita? No!!!
ho bisogno di aiuto
Federico abbassa lo sguardo sui libri che stanno sul
tavolo
Entra il padre
Padre: Federico,
studi? Ho saputo dei tuoi meriti scolastici, congratulazioni caro!
Il padre si avvicina e gli passa la mano tra i
capelli
Padre: E mi
raccomando dagli sotto con il diritto, tu devi diventare un grande avvocato,
devi essere l'orgoglio della tua famiglia e di tutto Lione
Federico:
Certamente, padre!
Padre:Federico,
ma che brutta cera che hai? Stai stanco? Riposati un poco, dai, te lo puoi
permettere, con i bei voti che hai! Mi inorgoglisce soprattutto la tua bravura in latino. Sono
andato a rileggere le tue poesie
Federico:Quali?
Padre: Quelle
che hai scritto lo scorso anno, dopo la tua prima Comunione.
Federico: Ah, sì
sì, quasi me ne dimenticavo
Padre: Mi è
piaciuta molto "Piae mentis propositum" grande fede la tua, ammiro la
tua spiritualità! Bravo ragazzo mio!
Federico: Eh...già!
Padre: Il
Signore ci ha benedetti con la tua presenza. Come sono vere le parole di
Giobbe" Il Signore ha dato, il Signore ha tolto"Quando morì tua
sorella Elisabetta, ero disperato, non capivo perchè Dio mi avesse fatto
questo, ma poi sei fiorito tu e ora tutto è chiaro.
Federico: E dai
papà, non sono mica un santo!
Padre: Mai dire
mai nella vita!
Federico: Papà,
e dai, se facessero santo a me si rivolterebbe
il Paradiso!
Padre: Dicono
tutti così!
Padre e figlio ridono
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